domenica 20 febbraio 2011

L'Itria adesso lancia fiamme

Un'altro grave incidente in via Itria, la trasforma in una centrale di protezione civile. Un cavo va in corto e si infiamma una perdita di metano. La sicurezza è la minima richiesta degli abitanti, purtoppo ad oggi insoddisfatta.
In attesa che in via Itria arrivano i milioni di euro, promessi e sbandierati ai quattro venti, la parte alta del quartiere Canali ha vissuto l’ennesimo dramma. Ancora una volta in primo piano la precarietà di un impianto elettrico obsoleto e pericoloso. Delle scintille sono scaturite da un groviglio di cavi danneggiati dal tempo e messi in corto circuito dalla pioggia caduta ieri. I cavi erano poggiati su un tubo di gas, dal quale si perdeva una piccola quantità di metano; ne è scaturita una fiammata che ha spaventato le famiglie che abitano nella parte alta della via Itria, dinanzi quello che è rimasto della Chiesa madre del quartiere Canali.
A distanza di pochi giorni, ancora una volta, il quartiere dimenticato è al centro della cronaca per episodi che fin qui, per puro miracolo, non hanno provocato danni a cose e persone. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del locale distaccamento di Piazza Armerina, guidati dal caposquadra Filippo Cavolo, due volanti dei Carabinieri, al comando del capitano Michele Cannizzaro e il Commissario della Polizia municipale della città, Maria Rosa Pascolato.
La fiammata si è spenta appena i Vigili del fuoco hanno interrotto la fuoriuscita di gas.
«I problemi hanno avuto origine – commenta il caposquadra dei Vigili del fuoco Filippo Cavolo – da un impianto elettrico vecchio che cedendo si è poggiato su un tubo, anch’esso mal ridotto, di gas metano. Le scintille poi hanno provocato la fiammata che per fortuna non ha avuto una gettata pericolosa perché la quantità di metano che usciva dal tubo era minima.»
Sul posto è arrivata anche l’Enel che ha provveduto a mettere in sicurezza la zona. Diverse le famiglie che si sono riversate per strada temendo che potesse accadere il peggio. «Quanto accaduto è l’ulteriore prova che questa parte della città è stata abbandonata da tutti» è il commento delle molte famiglie coinvolte nell’inusuale incidente.
Il Presidente del Comitato di quartiere Canali, Salvatore Arena, appena informato dei fatti accaduti ha rilasciato una dura dichiarazione, ponendo al centro dell’attenzione il problema della sicurezza: «I nostri amministratori, che governano la città, stanno comodi nelle loro case mentre avrebbero il dovere di garantire la sicurezza dei propri cittadini. Per esempio chiedendo all’Enel perché nel giro di pochi giorni si sono verificati due episodi che avrebbero potuto mettere a repentaglio la vita dei cittadini. In secondo luogo, poiché la parte alta della via Itria è spesso frequentata da tecnici della Protezione civile, non riusciamo a capire perché quest’ufficio non abbia mai sollecitato l’Enel o la Siciliana gas a rimuovere i pericoli legati a impianti ormai obsoleti. Poiché tutti gli uffici o organi competenti giocano a scaricare le responsabilità ad altri facciamo appello al sindaco Nigrelli: piuttosto che fare conferenze stampa per sbandierare i milioni di euro finalizzati al recupero del quartiere Canali (sic!) il primo cittadino potrebbe recarsi di persona in via Itria e rendersi conto dei pericoli con cui è costretta a vivere la gente che vi abita. Noi non abbiamo bisogno di sognare ma ciò che chiediamo è l’impegno e la sensibilità a risolvere i piccoli problemi».

Guglielmo Bongiovanni

Su gentile concessione della testata giornalistica http://www.orizzontierei.it/

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